Il salottino rosso

Dialogo estratto da un romanzo che potrei terminare se riuscissi a circoscrivere la realtà

Ci ritrovammo seduti su due poltroncine, l’uno di fronte all’altro, entrambi con in mano un calice riempito a metà di cognac . Le pareti erano rivestite con tessuto rosso, come si usava un tempo. In realtà quasi ogni oggetto di quel salottino era di colore rosso, in diverse tonalità, compresa la tappezzeria, e i pochi mobili erano di ciliegio, rosso.
Letizia si guardava attorno incuriosita: “Mi piacciono le pareti rosse, specialmente di questa tonalità, Bordeaux…”
“Non credo sia Bordeaux, piuttosto Borgogna, o Granata…”
“Conosci così bene i colori?”
“Lavoro in una tipografia…”
“E questo che rosso è?” chiese indicando un vaso.
Cremisi, credo.”
“E… questo?” chiese ancora col dito sul bracciolo della poltrona.
Rosso Cardinale.”
“La tela di quella lampada invece è rosa…”
“No, credo sia Amaranto.”
“Ma come fai a riconoscerli tutti?”
“Abitudine. E poi magari mi sbaglio. Magari li sto inventando. Non avresti modo di saperlo..”
“No, non mi sembri il tipo.”
“E che tipo ti sembro?”
“Il tipo a cui la realtà così com’è basta e avanza.”
“Ed è un bene o un male?”
“Dipende… se ti soddisfa o se la sopporti.”
“Credo che mi soddisfi la realtà che riesco a circoscrivere.”
“E quello che resta fuori non riesci a sopportarlo.”
“Forse…”
“Forse…” disse mentre accendeva una grossa candela rossa posata sul tavolo. Guardò la candela, poi guardò me.
Rosso Scarlatto.”

Pubblicato da Sandro Lorenzatti

Archeologo e Scrivano

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