Non soltanto non sono stato capace di diventare cattivo, ma non sono riuscito a diventare niente di niente: né cattivo né buono, né un mascalzone né una persona perbene, né un eroe, né un insetto. Adesso tiro a campare nel mio angoletto, rodendomi e cercando consolazione nell’idea maligna e perfettamente inutile che una persona intelligente non può mai diventare sul serio qualcosa, e che soltanto gli sciocchi ci riescono. Sì, una persona intelligente, nel diciannovesimo secolo, deve, anzi è moralmente obbligata a diventare un essere essenzialmente privo di carattere; un uomo che abbia del carattere è una persona attiva, e cioè una persona essenzialmente limitata.
Fëdor Dostoevskij, Ricordi dal sottosuolo, I, 1, 1864 (trad. G. Pacini, Einaudi 1995
Joseph Beuys, akopee – Nein!, 1964