Le visible et l’invisible (De Certau sur Merleau-Ponty)

« Il visibile e l’invisibile sorprende oggi per la sua altezza solitaria, per il lirismo che increspa la sua eleganza, per il contrasto tra la meticolosità e la fretta della sua marcia verso l’ “essere”. Come i corpi mineralizzati di Pompei, porta inscritto il doppio sisma che lo ha colto: una passione “ontologica”, e la morte che ne ha interrotto il gesto.» [1]

[1] « Le visible et l’invisible surprend aujourd’hui par sa hauteur solitaire, par le lyrisme qui trouble son élégance, par le contraste entre la minutie et la hâte de sa marche vers “l’être”. Comme les corps minéralisés de Pompéi, il porte inscrit le double séisme qui l’a saisi: une passion « ontologique », et la mort qui en a interrompu le geste » : Michel de Certeau, La folie de la vision, dans « Esprit », Juin 1982, p. 89, à propos de Maurice Merleau-Ponty, Le visible et l’invisible, Paris 1964

Pompei (calchi di corpi travolti dall’eruzione)

Pubblicato da Sandro Lorenzatti

Archeologo e Scrivano

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