Il vero Archeologo dee positivamente attenersi ai fatti (Nibby)

ARCHEOLOGIA, parola composta delle voci greche archaios antico, logia  discussione, o discorso, è quella scienza, che ha per iscopo di penetrare il significato de’ monumenti che le nazioni antiche più illustri hanno lasciato, onde conoscere bene la topografia de’ paesi da loro abitati, la teogonia, gli usi, e le arti, e cosi dilucidare la storia. Da questa definizione si deduce quanto vasti siano i limiti di questa nobilissima facoltà, quanto utile essa sia al progresso dello spirito umano, e quanto necessaria alle buone lettere. […]

Antonio Nibby (1793-1839)

Abusi da evitarsi
[…] 7. Affine di non ricondurre la scienza a quello stato d’incertezza e di decadenza, nel quale era insensibilmente venuta ne’ secoli precedenti, dee in principal modo evitarsi quella soverchia facilità a pronunciare giudizj, tanto commune a molti, e quel troppo immaginare di congetture che fanno cadere in induzioni infinite, le quali non possono sostenersi, ovvero si appoggiano a ragioni frivolissime, che giornalmente per le scoperte nuove che si vanno facendo si dileguano affatto. Peggio è ancora l’alterare i monumenti, o rappoggiarsi ai monumenti alterati, il forzare i passi degli antichi scrittori, e l’intenderli con soverchia larghezza di senso. Il vero Archeologo dee positivamente attenersi ai fatti, e ragionare sopra questi, ed applicarvi candidamente le autorità degli antichi scrittori. Il conoscere co’ proprj occhi il monumento stesso, che debbe spiegarsi, specialmente in questioni di Topografia; e di Architettonica, non dovrebbe mai omettersi; ma se per la lontananza de’ luoghi, O per altre circostanze non sia possibile. questa ispezione locale, è sempre necessario averne, un disegno esattissimo, accompagnato da notizie precise, di chi ha visitato il luogo, o veduto il monumento: qualunque diligenza s’usi su questo punto non è mai, soverchia. Ora considerato il monumento in tutte le sue parti, e ponderata ogni circostanza, debbonsi consultare gli autori che possono fornir lumi per la spiegazione; che se questa è chiara, avrà lo stesso grado di certezza che qualunque tesi proposta e provata nelle altre scienze. Ma non può sempre sperarsi di aver la fortuna di riconoscere l’uso, o il soggetto di un monumento; quindi piuttosto che ostinarsi a volervi trovare ciò che non è, e dar per certo quello che è almeno di estrema dubbiezza, piuttosto che avventurare una spiegazione non sostenuta da fatti, non appoggiata a documenti, ma architettata sopra induzioni vane, il vero Archeologo dee con candore esporre i suoi dubbj, ed affacciar qualche congettura ragionevole.

Antonio Nibby, Elementi di Archeologia ad uso dell’Archiginnasio romano, Roma 1828, pp. 1-4

Pubblicato da Sandro Lorenzatti

Archeologo e Scrivano

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