La luce (W. Benjamin)

La luce

Mi trovavo solo con l’amata per la prima volta, e in un paese straniero. Aspettavo davanti al mio rifugio per la notte, che non era uguale al suo. Volevamo fare ancora una passeggiata serale. Nell’attesa passeggiavo su e giù per la strada del villaggio. In lontananza, tra gli alberi, scorsi una luce. «Questa luce, così pensai tra me, non dice nulla a coloro che l’hanno davanti agli occhi tutte le sere. Apparterrà a un faro o una cascina. A me però, che qui sono straniero, dice molto». E con questo mi voltai, per ripercorrere ancora una volta la strada del paese. Così continuai per un certo tempo, e ogni volta che mi voltavo, la luce tra gli alberi attirava il mio sguardo. Ma poi avvenne che mi costrinse a fermarmi. Fu poco prima che l’amata mi raggiungesse. Mi ero voltato nuovamente, e riconobbi: la luce che avevo avvistato vicino a terra era quella della luna, che lentamente era salita al di sopra delle lontane cime.

Walter Benjamin, Storie dalla solitudine. La luce, in “Opere Complete”, V (Scritti 1932-33), Torino 2003, pp. 679-70, trad. Fabrizio Desideri [Geschichten aus der Einsamkeit. Das licht, 1933 (postumo)]

Pubblicato da Sandro Lorenzatti

Archeologo e Scrivano

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