Lessing e l’antiquario

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Nel 1769 Gotthold Ephraim Lessing, nel saggio Wie die Alten den Tod gebildet (Come gli antichi raffiguravano la morte) [1], si costrinse a rispondere ad alcune accuse, superficiali e poco circostanziate, mossegli da Christian Adolph Klotz, antiquario. Del bel saggio di Lessing mi ha incuriosito la disputa sotterranea con l’antiquario Klotz che, alle osservazioni iconologiche del primo, opponeva argomenti di tipo quantitativo, si potrebbe dire statistico.

Il signor Klotz crede sempre di mettermi in difficoltà: ma tutte le volte che ai suoi richiami mi volgo verso di lui, lo scorgo incedere assai distante, in mezzo ad una nuvola di polvere, su una strada che io non ho mai percorso

L’argomento riguardava la storia dell’arte antica: Lessing aveva sostenuto che gli antichi non avevano mai rappresentato la morte per mezzo di uno scheletro; Klotz rispose citando una decina di monumenti antichi su cui compariva uno scheletro.

“… quando dico ‘non è ancora notte’, il signor Klotz dice ‘però mezzogiorno è già passato da un pezzo’. Quando dico ‘sette più sette non fanno quindici’, egli dice ‘però sette più otto fanno proprio quindici’. E questo, secondo lui, significa contraddirmi, confutarmi, indicarmi errori imperdonabili! Per un istante vorrei pregarlo di fare ricorso più alla ragione che alla memoria.

Ovviamente Lessing non sosteneva che gli antichi non avessero mai raffigurato uno scheletro, ma che questo non rappresentasse per loro la Morte, bensì ad es. le anima di un defunto (larva), e che sarebbe da attribuirsi alla religione cristiana di avere allontanato dal repertorio degli artisti l’antica immagine serena della Morte.

Solo il fraintendimento della religione  – conclude Lessing – può allontanarci dal bello e la prova della vera religione, correttamente intesa, si ha quando essa, in ogni caso, ci riporta al bello.

 

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[1] Gotthold Ephraim Lessings, Wie die Alten den Tod gebildet. Eine Untersuchung, Berlin 1769. Utilizzo traduzione italiana di S. Sciacca in Come gli antichi raffiguravano la morte, Palermo 1983 (a cura di A. Pes).

Pubblicato da Sandro Lorenzatti

Archeologo e Scrivano

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